Un Grinch che parla bene del suo antagonista. Peccato che io sia un Grinch solo sullo spirito natalizio, non su Babbo Natale. E’ vero che odio il Natale e che preferirei saltare pranzo e cena con i parenti, ma Babbo Natale è sempre stata una figura mitologica anche per me – pensate che 10 anni fa mi ci sono pure travestito per dare i regali ai bambini e a mia figlia -.
Si sa che Babbo Natale è un mito intramontabile, tra i bambini resta uno dei personaggi più amati e spiegare loro realtà potrebbe essere traumatico. Però, spiegare loro la nascita di questo mito, da dove provenga e quale sia la sua storia potrebbe essere anche divertente.
Eccoci dunque: pronti a conoscere la storia, leggenda e l’origine di Babbo Natale?
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Babbo Natale: storia, origine e leggenda di un mito
La storia di Babbo Natale risale a qualche millennio fa, se non prima, e come è giusto che sia si intreccia con molte tradizioni locali. Già si racconta che durante l’antica Grecia e con le popolazioni Germaniche esisteva qualcuno che portava i doni ai bambini. In Grecia era Poseidone, in Germania era Odino.
Il Babbo Natale che noi tutti conosciamo invece, ha un’origine cristiana e si ispira liberamente al Vescovo di Myra, San Nicola, vissuto nel 280 d.C. . Myra – conosciuta come Demre – è una città della Turchia, e il Vescovo difese strenuamente le mura della città durante le persecuzioni cristiane. La sua morte, avvenuta il 6 Dicembre di un anno sconosciuto, lo rese protettore dei bambini.
Il suo mito si diffuse in tutta Europa e la sua figura fu usata per ispirare quella dell’attuale Babbo Natale. Probabilmente si scelse lui per due ragioni: per la capacità di fare miracoli – salvò alcuni giovani, altri furono riportati in vita – e per aver regalato una dote ciascuna a tre prostitute. Con tale dote le tre ragazze poterono cambiare vita e sposarsi.
La morte del vescovo in data 6 Dicembre fa si che ancora oggi i regali arrivino nelle case dei bambini nordici in questa data.
Ma se il vescovo era turco come mai il personaggio attuale proviene dal nord? Perchè la riforma protestante fece allontanare il mito, spostandolo verso nord, mentre nell’Europa si proibì il culto dei santi. Se nelle nostre terre si diceva che fosse Gesù bambino a portare i regali – mia nonna materna usava dirmi così – a nord, al personaggio, si aggiungevano le renne.
I popoli del nord lo rappresentavano non come un signore anziano, pancione e barbuto, ma o come un elfo che poteva avere la pelle verde, oppure come un uomo alto e magro.
E la sua età invece? Se ci basiamo sul personaggio che diede il via a tutto, allora dobbiamo calcolare dal 280 d.C fino ad oggi. Quindi sono 1740 anni. Un giovincello, e li porta pure bene dato che ne dimostra 70 o giù di lì.
Babbo Natale, San Nicola, Santa Claus o Sinterklass, a seconda del Paese
Babbo Natale ha svariati nomi: il più popolare resta Santa Claus. Nome che deriva da San Nicola appunto. Ma il nome Santa Claus deriva dall’olandese Sinterklaas, sempre quel famosa Nicola. Non ho mai capito perchè in Italia però sia Papà Natale, forse da Padre Nicola? Il Papà del Natale? Mistero a cui non ho trovato risposta.
Cambia il nome e può cambiare conseguentemente la forma. Pensate che nei paesi come Austria, Belgio e Olanda, spesso viene rappresentato in abiti vescovili.
Il Babbo Natale che conosciamo noi invece deve la sua sembianza attuale allo scrittore Washington Irving, scrittore statunitense che descrisse un Nicola mentre passava sopra i tetti delle case, su di un carro volante e con un sacco in spalla.
Quel sacco pieno di doni riempie scarpe e calze ma vengono anche semplicemente messi sotto l’albero a seconda del Paese dove vengono lasciati:
- In Germania i bambini erano soliti lasciare le scarpe sotto la finestra con del fieno o dello zucchero per il cavallo di Odino, Sleipnir. Il Dio Germanico dopo la sua battuta di caccia andava per le case e ai bambini che lasciavano qualcosa al suo cavallo, lasciava dei doni dentro alle scarpe o agli stivali
- Negli Stati Uniti i bambini usano la tradizione olandese di appendere la calza, in modo che Santa Claus la riempia di doni.
- In Islanda addirittura ne esistono 13 di Babbi Natale ed i bambini buoni ricevono un regalo da ciascuno di essi nelle scarpe piazzate sotto la finestra. Fortunati… Se però sono cattivi ricevono una patata da ciascuno.
- In Italia si attende il passaggio di Babbo Natale la notte tra il 24 e 25 dicembre per poi trovare i doni sotto l’albero.
Babbo Natale e la Coca Cola
Circolano diverse voci sul fatto che la Coca Cola abbia influenzato il Babbo Natale dei nostri giorni. Secondo me sono voci un po’ contrastanti che non chiariscono il dubbio.
In molti dicono che l’abito di Babbo Natale fosse bianco e verde originariamente e non bianco e rosso come quello attuale. E che questo abito derivi dal fatto che Babbo Natale in origine fosse un elfo spaventoso ma buono – simile al Grinch -. Però, la cosa che non torna è il fatto che Santa Claus in certe culture venisse già rappresentato in bianco e rosso, come la stessa figura del Vescovo di Myra, prima dell’avvento della Coca Cola. Quindi mi risulta difficile che ci sia stato questo cambio d’abito in seguito alla pubblicità della bevanda. Potrei piuttosto credere ad una variante di Santa Claus in bianco e verde, persa poi nel tempo e soppiantata definitivamente da quella in bianco e rosso.
Quindi a mio modesto avviso, la Coca Cola non ha influenzato il suo cambio d’abito, ma che abbia contribuito a rafforzarne il mito in bianco e rosso quello sì. Questo però è il mio modesto pensiero, e vale quello che vale.
Il villaggio di Babbo Natale: dove vive e cosa fa durante l’anno
Da qui in poi, questa parte è dedicata ai bambini.
Dove vivo Babbo Natale? Non è dato saperlo dove viva davvero – altrimenti tutti andrebbero a bussare alla sua porta di casa -, sicuramente nel Korvantunturi, una montagna tra Russia e Finlandia, in Lapponia.
Certo è che se andate a Rovaniemi, in Finlandia, troverete il suo villaggio. Anche in Italia ci sono vari villaggi, ma queste sono solo delle riproduzioni. Il vero ed unico Villaggio di Babbo Natale si trova solo qui, oltre il Circolo Polare Artico, in Finlandia. E’ qui che lui vive, passa le giornate e si prepara per ogni 25 dicembre.
Normalmente passa le giornate tra la sua casa ed il suo villaggio, leggendo letterine e curando le renne. Ma è da Settembre in poi che inizia il grosso del lavoro.
I suoi folletti e le sue renne.
Parte integrante del villaggio – e del del Natale – sono anche i Folletti di Babbo Natale. Occorrono 99 anni per diventare folletti aiutanti. Il loro compito è appunto aiutarlo con le mansioni riguardanti la preparazione dei regali, a partire da tre mesi prima del 25 Dicembre, quando iniziano ad arrivare le prima letterine.
Devono intanto verificare che i bambini siano stati buoni durante l’anno, leggere le letterine, poi o contattano i negozi per far arrivare al polo i regali desiderati dai bambini oppure li costruiscono loro stessi.
La tradizione dei Folletti proviene direttamente dal Nord Europa e infatti hanno sembianze dei “cugini” folletti nordici. Ognuno di loro ha una funzione più o meno importante e molti di essi hanno anche un nome.
Invece per quanto le riguarda le renne di Babbo Natale: sono 9. La più conosciuta resta senza dubbio Rudolph, la renna dal naso rosso, nome salito alla ribalta in questi ultimi anni grazie al cartone Frozen il Regno di Ghiaccio. E’ Rudolph il capo muta, quello che sta davanti. I nomi delle altre renne di Babbo Natale sono: Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia Cometa Cupido, Salterello e Lampo.
Il loro compito è quello di trainare la slitta carica di regali in giro per il mondo.
E’ buona norma lasciare dei biscotti per Santa Claus con un bicchiere di latte caldo e qualche carota con dell’acqua per le renne. Lo apprezzeranno
Seguite la consegna dei doni di Babbo Natale in diretta
Se non lo sapete, ci sono delle app e dei siti collegati con Google Maps dove potete seguire il percorso di Babbo Natale in diretta mentre consegna i doni. La sua slitta carica di regali, partirà dal punto in cui è già mezzanotte sulla terra, ossia in Polinesia. A mano a mano che la mezzanotte si sposterà, Babbo Natale consegnerà i doni avvicinandosi sempre più a casa vostra, passano per i vari Stati.
Ricordate però che Babbo Natale non si fa vedere, quindi non scrutate il cielo. E se sul Maps lo vedete arrivare, andate a letto e aspettate un po’, poi magari andate sotto l’albero a vedere se sono arrivati i regali. 😉 E controllate se ha mangiato e bevuto quello che gli avete lasciato.
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Foto di Copertina presa da Pixabay.
Mi hai aperto un modo; intanto non conoscevo il miracolo delle prostitute né i nomi delle renne. Figuriamoci la presenza di APP di geolocalizzazione dei doni. Mi è sempre piaciuta la figura di Babbo Natale e tutt’ora mi incanta. Lascerò anche io biscotti e latte caldo per lui nonché carote e abbondante acqua per le sue renne, attendendo con speranza un piccolo dono
CIao Fausto! Se sei stato bravo – come credo – doni in abbondanza anche per te. I miei figli, specie il più piccolo, sono molto attenti al suo percorso: la vigilia di natale sono sempre aggiornati sui suoi spostamenti per vedere quando arriva sopra a casa nostra
Ciao Luca, molto interessante il tuo racconto…
Se vuoi scoprire la vera storia di Babbo Natale e Coca Cola ti invito a leggere il mio post, di prossima uscita (ndr 23 dicembre) sul mio blog
La dote alle prostitute? E come si fa a spiegarlo ai bambini quando viene il momento di rivelargli la verità su Babbetto? 😛
Bell’articolo, molte cose non le conoscevo, nemmeno i nomi delle atre renne. E comunque Team Grinch, presente!
Mamma mia quanti del Team Grinch! Però dai, Babbo bello lo amano tutti. E’ l’atmosfera che ci crea Problemi 🙂
Leggevo proprio ieri un articolo sul Corriere su uno dei primi bigliettini d’auguri per le festività natalizie oggi all’asta. Non c’era il rosso. Come hai sottolineato tu fu la campagna Coca Cola a introdurlo.
Ah, dimenticavo…anch’io sono un po’ Grinch ma Babbo Natale mi fa tanta simpatia ?
Più che altro la Coca ne ha rafforzato il brand. Però sono belle storie che aiutano a capire bene il mondo in cui viviamo.