Venezia, la città più bella del mondo, è ricca di dettagli, tradizioni e cose particolari. Talmente uniche da scatenare la fantasia di autori, personaggi famosi ma anche persone comuni. Tramandate per iscritto o di bocca in bocca, per le curiosità su Venezia non basterebbe una vita per raccoglierle tutte.
Io ne ho raccolte 15: per me sono le più significative ma anche le più divertenti e anche le più comuni. Sono quei fatti curiosi o quei modi dire veneti con cui ogni pendolare o ogni inconsapevole turista si trova ad avere a che fare ogni giorno senza saperne il significato.
Cercherò di alzare il velo su 15 fatti curiosi e renderteli accessibili.
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Curiosità su Venezia: 15 cose che non tutti sanno sulla città più bella del mondo
Ho deciso di raccogliere 15 curiosità su Venezia e metterle per iscritto: sono tutti fatti più o meno comuni e ho deciso di svelarti alcune informazioni su fatti, nomi e tradizioni riguardanti la città lagunare.
1. Perchè si dice la Serenissima?
La prima curiosità riguarda il nome di Venezia. Ti sei mai chiesto perchè sia spesso chiamata con l’appellativo di Serenissima? Ci sono varie ipotesi.
Un’ipotesi riguarda il Doge, massimo esponente politico Veneziano. Nonostante fosse la carica individuale più alta, la sua funzione era limitata alla gestione delle guerre e della flotta mercantile. Al resto pensava il massimo organo politico, il Maggior Consiglio. Questo organo, definito incorruttibile, esercitava il resto dei poteri cittadini. L’assenza di ulteriori funzioni, nonostante fosse la carica più alta, fece sì che il Doge venisse definito dagli abitanti della città come Serenissimo. Questa definizione pare si sia poi allargata per definire l’intera città.
Una seconda ipotesi fa riferimento al particolare clima sereno che si respirava in città. Dominio sui mari, economia fiorente e commercio sviluppato fino alle Indie resero la città lagunare molto ricca e prospera, in un particolare clima di benessere. Gli stranieri giunti in città per motivi legati al commercio e agli affari erano accolti con calore. Un clima di particolare benessere e di serenità tanto da affibbiare il nome Serenissima ad una città intera.
Altre ipotesi minori legano la nascita del nome al titolo posseduto dai reggenti di Bisanzio, definiti a suo tempo Serenissimi. Oppure al fatto che Venezia, nonostante l’invasione turca, rimase indipendente da Bisanzio e quindi “serena”.
2. Cao de Ano ed il calendario veneziano
Ai tempi della Serenissima, Venezia adottava un calendario tutto suo, conosciuto come More Veneto, abbreviato m.v. . L’inizio dell’anno era fissato per il 1° di Marzo e i mesi di Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre erano rispettivamente il settimo, ottavo, nono e decimo mese dell’anno. I mesi di gennaio e febbraio era considerati mesi di rinnovamento e morte e con l’introduzione del Calendario Gregoriano del 4 Ottobre 1582, questi due passarono all’anno nuovo. Ma per il calendario veneziano erano ancora appartenenti all’anno precedente.
Secondo il Calendario Gregoriano, ad esempio il 15 gennaio 1586 corrispondeva al 15 gennaio 1985 Veneziano.
Il Capodanno, conosciuto come Cao de ano, era fissato il 1° Marzo perchè era un simbolo di rinascita e fioritura della vita. Tutt’oggi festeggiare il capodanno il primo giorno di Marzo è una tradizione diffusa in Veneto.
E se ti stai chiedendo cosa sia quel More Veneto, significa alla maniera veneta.
3. Il Vaporetto non va a vapore
A Venezia non esistono strade, solo canali. Bella scoperta, dirai. Purtroppo non tutti sono a conoscenza di questa cosa. E meno male: siamo nell’era di internet, la gente è sempre connessa, sa tutto di tutti ma non conosce l’assenza di auto e strade in laguna.
Ovviamente quando scoprono i Vaporetti, apriti cielo! Il Vaporetto è il mezzo di trasporto pubblico utilizzato da Veneziani, turisti e pendolari per muoversi tra i canali più grandi di Venezia e le isole limitrofe. Ovviamente se si chiama Vaporetto sarà perchè va a vapore. E invece no. Una volta funzionavano a vapore! Poi l’evoluzione delle macchine li ha resi più moderni ed ora funzionano col carburante diesel. Il nome di quella macchina a vapore che portava in giro le persone sull’acqua invece è rimasto.
4. Ai condannati a morte facevano vedere l’ora
Se un veneziano ti dice “Te fasso vedar mi, che ora che xe” – ti faccio vedere io, che ora è – , non è un modo per dirti svegliati o per informarti sull’orario. E’ una minaccia bella e buona, e forse è il caso che inizi a correre.
Viene usato come minaccia perchè in età medievale e rinascimentale, i condannati a morte venivano giustiziati in piazza San Marco tra le colonne di San Marco e San Todaro. Dovendo dare le spalle al Canal Grande e alla Giudecca, l’ultima cosa che i condannati vedevano era al torre dell’orologio.
Non solo: i veneziani sono molto superstiziosi su questo fatto delle condanne a morte e non passano mai tra le due colonne.
5. Scusa ma ti chiamo “Amore”
Se avrai modo di entrare in confidenza coi veneziani noterai che quando si rivolgeranno a te, la parola più usata sara “Amore“, o meglio ” ‘more“. Niente a che fare con l’amore tra genitori e figli o tra due fidanzati: è un modo affettuoso per rivolgersi a chi è molto in confidenza con i veneziani.
Ricordo quando lavoravo a Venezia e chiamavo i tassisti: “Ciao Amore!”, “Dime ‘more”, “Va ben ‘more”. Non mi hanno mai baciato per fortuna e usano questa parola con molta frequenza. Altro che Federico Moccia e i suoi romanzi.
6. Le carampane
Un termine molto curioso legato a Venezia è la parola Carampana. Ad oggi il termine vecchia carampana è una donna vecchia, brutta e pure rimbambita. Ma si è arrivati a questo per analogia.
In passato la prostituzione a Venezia era un’attività regolamentata dal governo veneziano ed era praticata in zone specifiche della città. Nel sestiere di San Polo si trova tutt’oggi il ponte delle tette, così conosciuto perchè su questo ponte si fermavano gli uomini ad ammirare la “mercanzia” esposta dalle prostitute delle case affacciate sul ponte. E ti lascio solo immaginare cosa esponevano le signorine…
Ma se per le giovani era facile accalappiare clienti, per le più anziane ormai il mestiere più antico del mondo non rendeva più. Le più anziane e brutte venivano ospitate nelle Case del Signor Rampani, dei palazzi poco lontani dal ponte delle tette appartenenti ad un ricco veneziano. Fu così che per indicare le vecchie prostitute alloggiate a casa dei Rampani nacque il nome Carampane: casa in veneziano diventa Ca’, Rampani cambiò genere e divenne femminile. Dall’unione delle due parole nacque la parola Carampana, usata per indicare all’inizio un prostituta brutta e vecchia.
Oggi ha un significato leggermente diverso.
7. Il quinto ponte sul Canal Grande
Ponte della Costituzione, Ponte degli Scalzi, Ponte di Rialto e Ponte dell’Accademia. Sono i 4 ponti permanenti sul Canal Grande di Venezia. La curiosità veneziana che ti vorrei introdurre qui riguarda il 5° ponte: ha una durata temporanea ed è un Ponte di Barche istituito in occasione della Venice Marathon. Collega Punta della Dogana al sestiere di San Marco. Viene preparato qualche giorno prima della gara e si inizia a smontare terminata la maratona.
Ne conoscevi l’esistenza?
8. Lo spritz
Se c’è una bevanda per cui noi veneti siamo famosi è lo spritz. E la storia vuole che sia proprio originario della città lagunare!
Nel 1500 gli operai dell’industria navale dell’Arsenale avevano un compito molto importante: costruire e mantenere la flotta navale veneziana sempre efficiente. Questi godevano di molta considerazione. Per questo avevano diritto ad una merenda particolare: una galletta ed un bicchiere di vino allungato con l’acqua.
Il nome spritz deriva poi dagli austriaci che chiedevano di allungare il vino con acqua: chiedevano “zu spritzen”, cioè sprizzare, acqua frizzante nel vino, considerato troppo forte per loro.
Nacque poi lo spritz Aperol a Padova, mentre a Venezia è attribuita la nascita dello spritz col Select.
9. Pissotte o pissabraghe
Ti sei mai chiesto perchè in molti angoli di Venezia, specie quelli più bui, vi si trovino delle colate di malta?
Si chiamano gobbe antibandito, pissotte o pissabraghe ed hanno una duplice funzione.
La prima: nella Venezia del 1500 fino al 1800 l’illuminazione pubblica era qualcosa di molto raro e spesso inesistente. Girare per la città da soli equivaleva ad un’elevata probabilità di agguati da parte di banditi e ladri, nascosti spesso negli angoli più bui della città. Queste gobbe non permettevano ai malintenzionati di nascondersi negli angoli non illuminati e svolgevano lo scopo di rendere difficili gli agguati alle persone. Fu un modo efficace per contrastare la criminalità.
La seconda funzione fu per mantenere il decoro cittadino: servivano a impedire ai veneziani di urinare negli angoli bui delle calli. Le persone rinunciavano alla prospettiva di farsela nei pantaloni – letteralmente pisciarsi in braga, da cui il nome – davanti ad un piano inclinato verso sè stessi.
Ad oggi di queste colate di malta inclinate se ne contano circa un centinaio sparse per la città.
10. I 6 sestieri i Venezia… o sono 7?
A Venezia i quartieri sono chiamati sestieri. Sono:
- San Marco
- Castello
- Cannaregio
- San Polo
- Santa Croce
- Dorsoduro
- Isola della Giudecca
Se si analizza la parola, questa richiama il numero 6. Ma qui sono 7. Perchè?
Una volta la città era divisa in 6 sestieri: la Giudecca, conosciuta anche come Spinalonga, apparteneva e tutt’ora appartiene dal punto di vista amministrativo a Dorsoduro. Ma geograficamente è staccata dal resto di Venezia. In più negli indirizzi di Venezia si indica in quale sestiere si trova il civico. Ad esempio, Castello 5685. Ebbene, se spedisci un pacco alla Giudecca, non metterai Dorsoduro ed il civico, bensì Giudecca e numero civico.
La differenza è sottile: se dal punto di vista amministrativo, sono 6 sestieri, geograficamente e sotto altri aspetti, i sestieri sono 7.
11. I casini Veneziani
A Venezia ce n’erano davvero tantissimi. E non erano né i problemi né la confusione: i casini, conosciuti anche come ridotti, erano dei luoghi d’incontro. Piccole sale, all’interno di palazzi, adibite a incontri amorosi, incontri politici ma spesso sfruttate per il gioco d’azzardo, e spesso erano clandestini.
Il governo veneziano emanò vari provvedimenti per limitarli – le risse erano frequenti tra gli avventori – o per eliminarli del tutto. Ma nonostante questo, nel 1774 se ne contavano ancora ben 136. Spesso i ridotti erano suddivisi per classi sociali o per attività lavorative. In quelli dei nobili si giocavano interi patrimoni, c’era musica fino a tardi e lauti banchetti.
Tra i casini più famosi va citato quello aperto dentro Palazzo Dandolo a San Moisé nel 1638, conosciuto come “Il Ridotto”, il primo casino pubblico, la cui fama si diffuse in tutta Europa.
12. Leggende e maledizioni
In città miti e leggende abbondano.
- Si dice che chi acquisti il palazzo di Ca’ Dario sia destinato a morire di morte violenta in pochi anni.
- Palazzo Contarini del Zaffo è conosciuto come il Casino degli Spiriti.
- A Palazzo Mastelli si trovano tre mercanti pietrificati, maledetti da una signora a cui cercarono di rifilare dei tessuti falsi.
- L’isola di Poveglia si dice sia infestata dagli spiriti: era un vecchio manicomio.
- Passare tra le colonne del Todaro e San Marco si dice porti sfortuna.
- A Palazzo Grassi si trova uno spirito gentile
- Tra Corte Nova e Calle Zorzi, si trova il Sotoportego della Corte Nova dove è presente un’insolita pietra rossa. Si dice che qui sia sprofondata la peste del 1600
Queste sono alcune delle leggende che circolano su Venezia. Magari un giorno te ne parlerò in un articolo.
13. Il Carnevale di Venezia: curiosità
Il Carnevale di Venezia era molto atteso, in passato, dai veneziani. Essendo la città piccola, i cittadini aspettavano l’evento dell’anno per mascherarsi ed avere un po’ di privacy. La maschera del gatto apparve perchè in città nel XIII secolo non esistevano gatti. Durante il Carnevale era proibito lavorare e Napoleone Bonaparte cercò di abolire questa festa molto sentita dai veneziani, ma non vi riuscì.
Infine, le maschere hanno un proprio codice di condotta: come saluto ci si inchina, non ci si parla ma ci si rivolge a gesti, al massimo le maschere regali possono sussurrare tra loro. Infine se sotto la maschera si riconoscono parenti o amici, è buona norma non svelare chi siano ma cercare di mantenerne l’anonimato.
14. Il Leone di San Marco
Simbolo indiscusso di Venezia è il Leone di San Marco o Leone Marciano. Inconfondibile con le sue ali e la zampa posta sopra il Vangelo di San Marco. La simbologia che circonda questo simbolo veneziano però è in parte ancora misteriosa e molto affascinante.
Innanzitutto il Leone Marciano non è presente solo a Venezia, spesso presenta una spada e ha l’aureola. Purtroppo le credenze popolari ne hanno inquinato i veri significati anche se la Serenissima non ha mai codificato la simbologia legata al Leone di San Marco.
Quel che sembra certo è che se il Leone aveva il libro aperto, Venezia era in pace, se il libro era chiuso era in guerra. Il Leone poteva essere presente anche in altre piazze e città poste sotto il dominio di Venezia: se aveva il libro aperto, questa città doveva pagare le tasse alla Repubblica Serenissima, se era chiuso la città era esente dal pagamento delle tasse. Questo in modo particolare per meriti di guerra.
Ci sono anche altre credenze: una tra tutte la presenza della spada. Se il Leone la impugnava col libro chiuso, allora Venezia era in guerra, se il libro era aperto e la spada impugnata allora rappresentava la pubblica giustizia. Queste teorie però non sono supportate da documenti storici.
15. Lo squero, il luogo di costruzione delle Gondole
Ti sei mai chiesto dove si costruiscono le gondole? Questa è l’ultima tra le curiosità su Venezia che ti lascio.
Le gondole si costruiscono negli squeri, dei cantieri navali adibiti alla costruzioni delle imbarcazioni più famose di Venezia.
Lo squero più famoso è lo Squero di San Trovaso, situato a pochi metri dalle Zattere al Ponte Lungo. Proprio di fronte si affaccia un bellissimo bacaro, dove puoi fermarti a bere. Se vuoi conoscere quali sono gli altri attivi e quelli storici, ti lascio questo link con tutte le info utili.
Tra i post che ho scritto sulla città lagunare, ti consiglio di leggere cosa visitare a Venezia in un giorno, cosa fare a Venezia di notte e cosa visitare a Venezia in due giorni.
Con le curiosità su Venezia mi fermo qui: spero ti siano piaciute. Ne conoscevi qualcuna? Se si ti aspetto nei commenti. Nel prossimo viaggio a Venezia, magari qualcuna di queste ti tornerà in mente.
È sempre interessante seguire Luca nel suo peregrinare!
Lo scorso anno ho organizzato un tour dell’Andalusia seguendo i suoi consigli ed ora sto organizzando una gita a Venezia e non vedo l’ora di leggere tutto quello che ha scritto su questa bellissima città!
Grazie e … buon viaggio!
Chiara
Ciao Chiara! Non c’è commento più bello di quello in cui sai che i tuoi lettori ti leggono da molto e continuano a seguirti nei tuoi viaggi. Mi fa tanto piacere. Spero che anche tutto quello che hai trovato su Venezia ti torni utile! UN abbraccio e grazie mille Luca