Sesto al Reghena: cosa vedere nel borgo dell’Abbazia

25 Lug , 2021 - Regione Friuli Venezia Giulia

Sesto al Reghena: cosa vedere nel borgo dell’Abbazia

Cosa vedere a Sesto al Reghena, un borgo talmente piccole e forse sconosciuto ai più? Lo sapevi che questo borgo del Friuli è strettamente collegato ad Ippolito Nievo e ad una delle abbazie benedettine più famose del Friuli – e non solo – ?

Sesto al Reghena è un’altro bellissimo borgo del Friuli Venezia Giulia. Situato a pochissimi chilometri da Cordovado e Portogruaro e in provincia di Pordenone, paesi dei quali ti ho già parlato precedentemente, anche Sesto al Reghena entra come Cordovado nel circuito dei Borghi più belli d’Italia. Sesto al Reghena si visita in qualche ora e ti consiglio di inserirlo in un itinerario più ampio e complesso di più giorni.

Situato sul fiume Reghena, magari ti starai chiedendo la parola Sesto che origine abbia e perché sia parte del nome del paese. Mettiti comodo – o comoda -, che stai per scoprirlo. Andiamo a Sesto al Reghena per scoprire cosa vedere nel borgo famoso soprattutto per l’Abbazia.

Sesto al Reghena cosa vedere
Fossato

Sesto al Reghena: storia del borgo e del suo nome

Il piccolo borgo di Sesto al Reghena, situato in provincia di Pordenone, attualmente conta circa 6000 abitanti ma era già frequentato in epoca pre-romana ed è in quel periodo che affonda le sue radici. I numerosi reperti archeologici ne confermano le ipotesi. I primi insediamenti però risalgono all’età del bronzo.

Durante il periodo Longobardo, il paese assunse uno splendore che venne subito ridotto con l’invasione degli Unni. Durante il periodo medievale il borgo tornò ai vecchi fasti, soprattutto grazie all’annessione dell’Abbazia appartenente al Patriarcato di Aquileia. Con l’invasione Veneziana e la conquista del Friuli nel 1418, Sesto subì l’influenza della Serenissima. Col trattato di Campoformido terminò la Repubblica della Serenissima e fu successivamente annesso al Regno d’Italia.

L’origine del nome proviene dal fatto che in passato era una “statio” di rifornimento militare. Questa stazione si trovava nei pressi della Sesta pietra miliare del percorso che andava da Concordia Sagittaria ai territori romani del nord. Data la presenza della pietra miliare, si aggiunse la parola Sesto dopo l’ingresso nel Regno d’Italia, per indicare il paese sul Reghena.

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Ingresso all’abbazia

Sesto al Reghena, cosa vedere: l’abbazia di Santa Maria in Silvis

Ad oggi il borgo deve la sua fama in particolare all’Abbazia di Santa Maria in Silvis.

l’Abbazia di Santa Maria in Silvis fu fondata nell’VIII. Nel 762 d.C. ricevette la donazione da parte di tre nobili longobardi: Erfo, Marco e Anto. Durante la dominazione longobarda e tutto il paese, abbazia compresa, vennero quasi rasi al suolo durante il passaggio dei barbari. Ma Sesto si risolleva grazie all’abate Adalberto II, che la ricostruisce e le dona il vecchio splendore e facendone aumentare il prestigio sia religioso che civile. Nel 967 Ottone I donò l’Abbazia al Patriarcato di Aquileia la quale passò sotto il dominio Veneziano nel 1420. Dopo alcune vicende religioso amministrativo, l’Abbazia passò sotto la diocesi di Concordia ed infine, nel 1921, la Santa Sede le riconobbe di nuovo il titolo di Abbazia.

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Abbazia di Santa Maria in Silvis

L’Abbazia benedettina di Santa Maria in Silvis deve la denominazione Silvis per indicare la ricca vegetazione che circondava la zona. All’inizio fu costruita senza torri e fossati ma furono entrambe costruite in seguito. Infatti per accedere alla zona occorre passare il piccolo ponte e attraversare la torre Grimani. E’ l’unica torre rimasta superstite delle 7 costruite in passato. Qui si arriva in piazza Castello dove si trova il campanile, il palazzo dell’Abate sede del Comune e l’ingresso in abbazia.

All’interno della basilica si trovano degli affreschi molto interessanti di Antonio da Firenze e dei suoi allievi, mentre nella parete sud l’affresco trecentesco chiamato l’Incontro del tre vivi e dei tre morti, uno degli esempi più di raffigurazione medioevale della morte. Inoltre ci sono molti altri affreschi, che non ti elenco ma che ti invito a vedere se entrerai nella Basilica. Al suo interno si trova anche la cripta con l’urna di Santa Anastasia.

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Campanile

Il Centro storico di Sesto al Reghena

Una volta visitata l’Abbazia puoi dedicarti alla visita del centro storico. Dirigiti lungo via Roma, l’unica via centrale. Qui puoi vedere palazzo Burovich, riconoscibile dagli affreschi esterni. Poco lontano si trova Villa Zanardini ma non è sempre aperta. Infatti io ho trovato chiuso ed uno dei momenti per visitarla è durante le giornate del FAI.  La villa risale al XVII secolo ed è stata costruita dalla famiglia Zanardini, una ricca famiglia con possedimenti accumulati tra il Veneto e la bassa friulana.

Il centro storico praticamente è tutto qui.

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Centro di Sesto al Reghena

Le zone verdi di Sesto al Reghena

Oltre a Palazzo Burovich si trovano poco lontano anche i Prati Burovich. Se ti stai chiedendo chi fossero i Burovich de Zmajevich, questi erano dei Conti molto potenti e feudatari della zona. Ma le due cose più significative dal punto di vista naturalistico di Sesto al Reghena si trovano all’interno del parco letterario Ippolito Nievo.

Ti avevo già accennato di questo parco letterario nel post su Cordovado. È un parco diverso da quello che ti immagini. Si trova a cavallo tra i due comuni e include quattro luoghi che hanno ispirato Ippolito Nievo per le Confessioni di un italiano. I quattro luoghi sono:

  • Casa Provedoni.
  • Il vecchio Duomo.
  • I mulini di Stalis.
  • La fontana di Venchiaredo.

In questo contesto si inseriscono la Fontana di Venchiaredo, che tutto sommato onestamente non ho trovato granché, e i mulini di Stalis.

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La fontana di Venchiaredo

I Mulini di Stalis e la Fontana di Venchiaredo

I mulini di Stalis sono decisamente più interessanti, si trovano sul fiume Lemene su un’isoletta di un vecchio guado e si trovano a qualche chilometri di distanza dal centro di Sesto al Reghena. I mulini sono stati recentemente restaurati.

Vengono chiamati mulini di Stalis in quanto la parola Stalis indica una stalla e li colloca in un contesto molto più ampio e fa pensare che in zona ci fossero anche le stalle per gli animali.

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Mulini di Stalis

Per quel che riguarda invece la fontana di Venchiaredo, è una sorgente di acqua che si trova in mezzo ad un bosco ed è segnalata appositamente. La fontana ed i mulini sono stati celebri per essere stati dei luoghi di ispirazioni per Ippolito Nievo durante la stesura del libro “Le confessioni di un Italiano“. La fontana è descritta come un luogo magico, e anche Pasolini la nomina. Nievo la considera un luogo di ispirazione e molto spesso veniva qui per cercare le parole giuste per scrivere il suo libro.

La visita a Sesto si potrebbe concludere tranquillamente qui.

Come arrivare a Sesto al Reghena

Per raggiungere Sesto al Reghena ti consiglio l’auto: da Portogruaro prendi l’autostrada gratuita A28 ed esci a Sesto al Reghena che ti porta direttamente al borgo. Da Portogruaro è circa una decina di minuti. Ci sarebbe pure la soluzione treno, le stazioni più vicine si trovano a Portogruaro oppure c’è la stazione Cordovado-Sesto: se arrivi a Portogruaro devi prendere l’autobus, se vuoi arrivare a Cordovado-Sesto devi prendere la coincidenza da Portogruaro ma è molto sporadica.

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Sesto al Reghena

Ora che ti ho detto cosa vedere a Sesto al Reghena non ti resta che visitare anche gli altri paesi limitrofi di Portogruaro e Cordovado. Ma soprattutto ti consiglio di fare un bel viaggio in Friuli Venezia Giulia sia per la bellezza dei suoi luoghi che per la sua cucina friulana. Alla prossima.


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