Il centro Italia secondo me è la zona del Belpaese dove si mangia meglio in assoluto. Per carità, non me ne vogliano gli amici del sud, ho mangiato benissimo anche nel meridione, ma il tipo di cibo che ho trovato nelle regioni centrali per me non ha eguali. Ti ho già parlato di quanto io ami la cucina tipica toscana e la cucina umbra. Non sono stato mai in Abruzzo ma anche nel Lazio ho mangiato benissimo. Con oggi chiudo il cerchio parlandoti di cosa mangiare nelle Marche: i suoi piatti tipici risentono molto dell’influenza delle regioni che le circondano e sono una vera delizia, sia per gli amanti del pesce che per gli amanti della carne.
Dai basta parlare, ‘ndemo, che ho già fame! Sono sicuro che la cucina marchigiana non ti deluderà.
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Cosa mangiare nelle Marche: 11 piatti tipici da assaggiare
1 Crescia marchigiana
Ti pare che non inizio a parlarti di cosa mangiare nelle Marche dalla crescia? Per me è uno dei piatti più buoni della gastronomia marchigiana e uno dei miei preferiti. Usata spesso in sostituzione del pane, sulle tavole marchigiane è difficile non trovarla ed è anche un ottimo piatto economico consumabile come street food.
Assomiglia molto alla piadina romagnola, ma ci sono alcune differenze. Come la “cugina” oltre regione, viene riempita con formaggio, salumi e verdure. Ma la piadina viene realizzata con farina di grano, strutto, acqua, sale, latte e bicarbonato, mentre la crescia si prepara con farina, acqua, sale, lievito, uova e pepe. E mentre la piada è sottile e morbida, la crescia rimane più più spessa. Anche il sapore è diverso: la crescia è decisamente più gustosa per la presenza dell’uovo e del pepe. Tutta la mia family l’ha apprezzata.
2 Il coniglio in porchetta
Altra prelibatezza della cucina tipica marchigiana è la carne. Oltre agli ottimi insaccati, una prelibatezza servita nei ristoranti è il coniglio in porchetta. E’ un piatto che nelle case marchigiane, la domenica a pranzo, non mancava quasi mai. Si chiama così perchè il coniglio viene disossato e legato con lo spago, assomigliando, in cottura, ad una piccola porchetta. Viene, in genere, servito in fette. Per essere fatto bene deve essere croccante all’esterno e morbido all’interno. Per questo la preparazione è lunga e laboriosa, ma il risultato, se cucinato come si deve, è eccezionale. L’ho trovato morbido e saporito. Da provare.
3 Vincisgrassi
Il nome alternativo è Vincesgrassi e si tratta di un primo piatto che è forse l’emblema della gastronomia marchigiana. Nasce originariamente come piatto per i giorni di festa ma ora è molto noto della gastronomia tipica marchigiana. E’ molto simile alle lasagne, o al nostro pasticcio veneto: gli strati di pasta all’uovo vengono bolliti e inframezzati di carne e besciamella. La differenza con le lasagne tradizionali sta nel ragù, realizzato con carne tagliata grossolanamente e non macinata; nella besciamella, più compatta; nella presenza delle spezie come chiodi di garofano e noce moscata. Di certo non è una portata leggera, ma è molto gustosa.
Una delle varianti più conosciute sono i vincisgrassi alla Maceratese, che ha ottenuto il marchio di specialità tradizionale garantita. In questa variante sono presenti parti di pollo.

4 Le olive all’ascolana
Ci spostiamo ora nella parte meridionale delle Marche ed esattamente in provincia di Ascoli Piceno. Le olive all’ascolana sono una bontà culinaria marchigiana che non sono mai stato in grado di apprezzare fino in fondo, anzi confesso che non le amavo proprio. Questo perchè non le assaggiavo nelle Marche. Quando mi sono spinto fino a Recanati ho assaggiato le olive come le fanno nelle Marche – anche se ero in provincia di Macerata -. Hanno dovuto togliermele dalle mani. Una bontà assoluta!
Queste palline fritte contengono olive verdi in salamoia e carne macinata. Vengono servite calde come antipasto oppure durante un aperitivo, anche se sono nate come parte della frittura mista. Che dire… a me sono piaciute un sacco.

5 Ciauscolo
Ogni regione ha, più o meno, il suo insaccato tipico. E anche le Marche lo hanno: si tratta del ciauscolo, un salame spalmabile tipico della regione. Il suo nome è di origine latina: proviene da ciabusculum ossia “spuntino” e si tratta di un salame aromatizzato con aglio, vino bianco e pepe. Essendo un salame ad alta presenza di grasso, non ha una consistenza solida come altri tipi di insaccati, e quindi si può spalmare sul pane, per uno spuntino veloce, come facevano una volta. E’ possibile usarlo anche come sugo per la pasta, cucinandolo assieme al pomodoro.

6 Tartufo dei monti Sibillini
Non credo ci siano mezze misure: il tartufo o si ama o si odia. Io appartengo alla prima categoria. Nella regione è molto diffuso il tartufo nero estivo, conosciuto anche come Tuber Melanosporum, ma è possibile trovare anche il tartufo bianco, più pregiato. Il tartufo nero è quello più diffuso e si combina bene con molti prodotti. Oltre ad essere abbinato con vari tipi di primi e secondi, a San Benedetto del Tronto lo usano anche sul pesce. Se vuoi provare questa specialità locale, ti segnalo l’evento tartufo d’amare che si tiene in città a metà luglio. Potrai assaggiare delle bontà uniche e particolari che uniscono innovazione e tradizione secolare.

7 Brodetto di pesce
Per i prossimi piatti ora ci trasferiamo sulla costa Adriatica. Il pesce è un elemento basilare della gastronomia marchigiana. E uno dei piatti più diffusi tra i ristoranti è il brodetto. Io lo conosco bene perchè essendo nato in una città di mare, è un piatto che ho avuto modo di trovarmi a tavola. Se hai letto il mio articolo su cosa mangiare in Veneto, allora saprai già di cosa si compone quello che noi veneti chiamiamo broetto.
Tra le varianti marchigiane, quella più nota è il brodetto alla sambendettese, conosciuto localmente come lu vredétte. Si tratta di una zuppa di pesce, senza aggiunta di pomodoro – al massimo si mettono i pomodori verdi – ma con peperoni ed aceto. E’ un piatto tradizionale dei pescatori marchigiani, i quali dovevano procurarsi del cibo a bordo, durante le battute di pesca. Questi usavano il pesce di piccola taglia e che era in quantità ridotta o poco richiesto sul mercato, per realizzare un zuppa a base di pesce. Non c’è una ricetta originale, ci sono molte varianti: infatti nei ristoranti troverai anche l’aggiunta di cicale di mare, chele di granchio, vongole, cozze e altri crostacei.

A tal proposito, se vuoi assistere ad un evento di particolare interesse dedicato al brodetto, ti consiglio Benedetto Brodetto. dal 13 al 17 agosto a San Benedetto del Tronto potrai assaggiarlo in città grazie ad un evento di 4 giorni dedicato proprio a questa specialità marchigiana.
8 Il pesce azzurro
Un’altra prelibatezza delle Marche che proviene dal mare. Nelle città costiere, come Ancona, Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto, è comune trovare piatti di pesce. In particolare, a San Benedetto, il pesce azzurro è servito 365 giorni l’anno. La tradizione marinara trova il suo culmine con Anghiò – il Festival del Pesce azzurro, una manifestazione dedicata proprio a questo tipo di pesce. Durante Anghiò – parola del dialetto sanbenedettese usata per indicare l’alice – potrai assaggiare sardine, sgombri, acciughe, aringhe, alici e molti altri pesci dell’Adriatico in varie forme. Un evento da non perdere che si tiene tra fine maggio ed i primi di giugno.

9 Ciavarro
Una ricetta marchigiana che richiama le tradizioni povere. Il ciavarro di Ripatransone è una zuppa a base di legumi e prende il nome dal questo piccolo borgo marchigiano situato in provincia di Ascoli Piceno. E’ un piccolo paesino dallo spirito medievale, e questa zuppa, consumata prevalentemente in inverno, è il piatto locale per eccellenza che si è diffuso in tutta le regione. I legumi presenti sono ceci, orzo, fagioli, farro, piselli e lenticchie; sono presenti alcune erbe aromatiche ma soprattutto va messa la pancetta o la cotenna di maiale per dare un tocco in più. Questa va cucinata fino a raggiungere la giusta croccantezza e messa poi nella zuppa.
Non ho avuto modo di assaggiarla perchè sono stato nelle Marche in giugno, però devo dire che secondo me questo piatto è davvero interessante.
10 Calcioni
Altra specialità tipica della Marche diffusa in tutta la regione sono i calcioni. Conosciuti anche come piconi, hanno la forma di grossi ravioli ripieni di formaggio. Il ripieno è composto, nella maggior parte dei casi, da pecorino, in altri può essere caciotta o ricotta. Per dare un po’ più di gusto al ripieno, questo si arricchisce con scorza di limone, uova, zucchero e cannella. Nella variante con ricotta si può aggiungere anche una spolverata di cacao. Vengono infornati, cotti e serviti come piatto unico oppure come dessert finale. Da provare!
11 Alchermes
A fine pranzo, un amaro ci sta sempre col caffè. Ma in questo caso, il liquore caratteristico delle Marche serve più a colorare che ad aiutare la digestione. Si tratta dell’alchermes, un liquore dal nome di origine araba. Questo liquore non è particolarmente usato per essere bevuto, ma spunta fuori nel periodo carnevalesco per dare una particolare color rosso vermiglio ai dolci – infatti la sua caratteristica è quella di essere di colore rosso. Viene usato per dare “una mano di colore” agli scroccafusi, le frittelle del Maceratese a base di farina, strutto e zucchero; alle pesche dolci, le pesche di pasta rosa farcite con crema pasticcera o cioccolate; alle castagnole di carnevale.

Spero di averti fatto apprezzare la cucina tipica marchigiana: se avevi dubbi o non sapevi cosa mangiare nelle Marche, spero di aver chiarito le tue perplessità. A me la cucina locale è piaciuta molto. Se poi ci mettiamo anche il fatto che è una regione bellissima, allora non hai più motivo di indugiare, non ti resta che partire.
Detto questo, ti chiedo solo di seguirmi nei miei prossimi viaggi e di seguirmi sui social che trovi nella home. Se hai domande o vuoi ulteriori info, non ti resta che scrivermi in privato via social o via mail. Alla prossima!
Immagine di copertina: Brodetto alla Sambenedettese: copy di Luigi936 da WIkipedia
Articolo commissionato da Travel Blogger Agency
