Il Fiume Piave è considerata fiume sacro per la Patria. Lo stesso fiume Piave però è anche stato catalizzatore per molti degli scrittori più famosi a livello nazionale ed internazionale: Carducci, D’Annunzio, Buzzati ma anche Hemingway, sono stati attratti dal Piave e dalle vicende della prima guerra Mondiale lungo le sue sponde.
Qualche settimana fa ho avuto l’occasione di partecipare come ospite a Sì viaggiare – Festival della Letteratura di Viaggio, un evento organizzato dal Comune di San Donà di Piave in collaborazione con vari enti. L’occasione è stata quella di scoprire un itinerario lungo il fiume Piave dedicato ai luoghi degli scrittori veneti.
Abbiamo ripercorso virtualmente le orme di alcuni scrittori locali ma anche adottivi della regione, camminando lungo le rive del Fiume Piave.
L’itinerario è intitolato e dedicato ai luoghi degli scrittori Veneti. Andiamo a scoprirlo.
Indice dei contenuti
Giacomo Ca’ Zorzi: Noventa di Piave, il parco fluviale e le sue poesie
Il nostro itinerario sui luoghi degli scrittori Veneti inizia a Noventa di Piave, a pochi passi dal centro del paese. Siamo sul parco fluviale del Piave. Se il Piave ha portato a Noventa molti vantaggi, lo stesso fiume è stato fonte di problemi durante le sue esondazioni. Ma nonostante questo, è stato fondamentale soprattutto per la rinascita del paese.

Prima di essere parco fluviale, questa zona nel passato era un porto fluviale. Venne aperto da Venezia, che permise al paese di rinascere – da cui il nome Noventa – nonostante fosse già abitato. La Noventa di oggi è stata ricostruita negli anni ’20: quando il fronte italiano della prima guerra Mondiale venne sconfitto a Caporetto, si ritirò sul Piave. Dopo la fine della guerra, il paese rinacque grazie anche al porto fluviale che aiutò gli abitanti con l’arrivo di materiali per la ricostruzione.
Ma cosa c’entra Giacomo Ca’ Zorzi con Noventa? Giacomo nacque qui ed era molto legato al suo paese originario. Nacque da una famiglia benestante, i Ca’ Zorzi, non nobile come si può credere. Il Ca’ indica la nobiltà solo se si parla di una casa inteso come edificio, quando ci si riferisce alle persone, il Ca’ faceva riferimento alla servitù che ci lavorava dentro perchè appartenevano alla casa.

Per onorare il suo paese adottò lo pseudonimo di Giacomo Noventa, portandolo virtualmente in giro per l’Italia e l’Europa. Ma questo lo utilizzo dal ’32. Prima utilizzò lo pseudonimo di Emilio Sarpi – Emilio in onore della madre Emilia, e Sarpi in onore di Paolo Sarpi.

La sua produzione letteraria si suddivide tra saggi e poesia dialettale. Giacomo Noventa amava recitare le sua poesie in dialetto ma non scriverle. Molte di queste si riferiscono alla sua casa e al suo paese e sono scritte in dialetto. Fu la moglie Franca a raccoglierle e a spingerlo – assieme agli amici – a pubblicarle nel ’56, vincendo il premio Viareggio lo stesso anno.

Per gli amanti della bici, vi informo che da San Donà a Noventa esiste un percorso ciclabile che collega le due località, passando per il parco fluviale.

Hernest Hemingway: la guerra in prima linea sul Piave
La seconda tappa di questo itinerario sui luoghi degli scrittori veneti è situata lungo le rive del Piave, a Fossalta di Piave. A Noventa di Piave attraversate il ponte di barche per andare sulla sponda opposta, quella di Fossalta di Piave, salite l’argine e proseguite dritti. Arriverete ad una radura su cui si affaccia una sorta di “spiaggetta”. E’ qui che si trova il luogo in cui Hernest Hemingway fu ferito.
Lo scrittore americano prese parte alla prima guerra mondiale quando aveva solamente 18 anni. Era una persona piena di ideali ma già era uno scrittore prolifico. A quell’età scriveva articoli di cronaca nera.

Si presenta come volontario della Croce rossa ma pian piano riesce ad arrivare fino al fronte come assistente di trincea. Il suo scopo è vedere la guerra dal vivo e lo fa portando in giro per le trincee cioccolato e sigarette in bicicletta.
Il giovane Hemingway fa tesoro di tutto ciò che vede e lo annota nel suo taccuino. Vede la guerra, la morte, la vita di trincea ma anche la carta. Ma è una carta particolare: sono lettere e cartoline, che abbondano al fronte. Sono le lettere delle mogli e delle fidanzate dei soldati. Capisce che nonostante il soldato sia dedicato alla guerra, il soldato è ancora un uomo e prova dei sentimenti. La carta, il suo mezzo di lavoro, che lui usa per comunicare, qui viene usata per trasmettere dei sentimenti. Per Hemingway è il primo passaggio fondamentale.
Il secondo passaggio fondamentale è la notte tra l’8 e 9 Luglio 1918: verso le 23.00 scende lungo l’argine per andare alla postazione d’ascolto lungo il Piave. La postazione d’ascolto era una postazione sul fronte che si utilizzava per ascoltare le conversazioni nemiche. C’è una sola regola. Silenzio assoluto.

Una parola di troppo però fa capire agli austriaci dove sia la postazione italiana. Una bombarda viene lanciata ed Hemingway viene quasi colpito in pieno, volando via. Dopo lo shock iniziale si rende conto di essere ferito e che sta quasi morendo. Al suo fianco c’è un soldato ferito. Hemingway istintivamente fa quello che gli hanno insegnato: se lo carica in spalla ed inizia a risalire l’argine per portare in salvo entrambi. Ma viene colpito dalla mitragliatrice austriaca alle gambe. Nonostante una situazione disperata, si salva.
Viene portato prima a Monastier di Treviso per essere curato, poi a Milano.
Durante sua convalescenza si rende conto di quanto facile sia morire in guerra. E questo lo porta a maturare l’idea che la guerra non è fatta di ideali. Ma di strumenti, in primis l’uomo. Un elemento che influenzerà la sua narrazione e le sue opere.
Goffredo Parise e le sue case
L’ultimo scrittore dell’itinerario è Goffredo Parise, che ha lasciato due luoghi, o meglio due case.
A Ponte di Piave si trova la casa di Cultura Goffredo Parise, che è una donazione dello scrittore vicentino al Comune.

Fu la sua casa negli ultimi anni di vita. Parise la donò al Comune a due condizioni: la prima è quella che diventasse un centro di cultura dedicato al suo nome. La seconda è quella di essere sepolto in giardino, e infatti vi si trova la sua lapide con le sue ceneri.
All’interno della casa di Cultura si trovano tutte le sue carte – lettere, manoscritti e opere – e gli oggetti, che ha lasciato intatti.

Parise nacque a Vicenza nel ’29, e diventò famoso col romanzo Il prete bello. Narra la storia di un avvenente e giovane parroco di Vicenza conteso dalle zitelle della parrocchia. E’ ambientato in epoca fascista e la voce narrante è quella di Sergio, un bambino membro di una banda di ragazzi. Attraverso la sua voce Sergio ci svela il mondo adulto del tempo. Il romanzo gli attirò svariate critiche perchè rivelò il falso perbenismo della società dell’epoca.
Dopo le critiche inizia a non sentirsi a suo agio a Vicenza. Da qui, grazie anche alle collaborazioni con molte testate giornalistiche, si sposta in giro per l’Italia tra Milano e Roma, ma anche per il Mondo.
Nella vita di Parise occorre distinguere due abitazioni fondamentali: la prima è proprio questa a Ponte di Piave. Qui oltre a lavorare, raccoglie gli oggetti della sua vita ed invita gli amici. E’ possibile conoscere il suo percorso artistico, poetico e biografico.

Durante la visita alla casa ci viene raccontato di come Parise raccogliesse oggetti ed opere di amici, ma anche come fosse un personaggio particolare. Si visitano l’ingresso, il salotto, la cucina, lo studio e la sua camera da letto.
Era scrittore, pittore, amava lo sci, la bella vita e aveva anche buon gusto. Spesso, anche in maniera provocatoria, diceva che non aveva tempo per scrivere. In inverno sciava, in estate doveva andare a caccia quindi per la scrittura aveva poco tempo.
Non si schierò politicamente e questo gli valse un po’ di anonimato. Forse per questo non è così famoso.
E’ l’abitazione in cui chiuderà la sua vita.
C’è poi un’altra casa, significativa soprattutto dal punto di vista letterario.
La casa delle fate di Goffredo Parise
Dopo la visita alla casa di Cultura, ci rechiamo all’ultima tappa di questo itinerario dedicato ai luoghi degli scrittori Veneti: la casa delle Fate.

Dopo i viaggi attorno al mondo, ritorna in Veneto. Innamoratosi della zona, cerca una casetta dove poter stare un po’ in pace e la trova a Salgareda, a pochi passi dal Piave. La chiamerà la Casa delle Fate e qui scriverà i Sillabari: è forse la sua opera più famosa. E’ una serie di racconti in ordine alfabetico dedicata ai sentimenti.

Se la casa di Cultura è un luogo più personale, qui alla Casa delle Fate si può dire che sia un luogo prettamente letterario. In uno dei suoi racconti narrerà come si sia innamorato di questa casa in golena. Il nome deriva da una lettera in cui Parise dice “ho preso una casa in golena che sembra un casa delle fate”.

La farà restaurare e la userà per ispirarsi e scrivere per 12 anni.
La casa delle Fate è un luogo molto bello ed intimo, utilizzato anche da vari autori locali per la presentazione delle proprie opere.

L’itinerario termina qui. Spero vi sia piaciuto e spero vi avvia fatto conoscere alcuni scrittori legati alla mia terra.

San Donà di Piave: come arrivare
Per raggiungere san Donà di Piave avete tre soluzioni:
- La prima è quella di arrivarci in auto. Dall’autostrada A4, direzione Trieste, uscite a Noventa di Piave e poi seguite per San Donà di Piave.
- Il secondo modo è quello di arrivarci in treno: dalla linea Mestre Venezia – Trieste scendete a San Donà di Piave – Jesolo. 10 minuti a piedi e siete in centro.
- Ultimo modo è quello di arrivarci in autobus tramite i bus di ATVO.
Spero che questo post sui luoghi degli scrittori veneti vi sia piaciuto. Se siete interessati oltre a questo itinerario, vi dico che c’è anche un altro itinerario dedicato alla scrittura: quello incentrato su Ippolito Nievo e che si svolge tra Portogruaro, Alvisopoli e la spiaggia della Brussa. TVO srl offre questo secondo itinerario più altri itinerari in Veneto. Guardate il loro sito che vi metto qui sotto.
Post e tour in collaborazione con TVO srl , ATVO, I comuni di San Dona’ di Piave e Musile di Piave, la Regione Veneto Mazzanti Editore e festival della Sì viaggiare – Festival della Letteratura di Viaggio.
Infine, il mio Veneto ha molto da offrire. Cliccate sul link e guardatevi tutto quello che ho scritto sulla mia terra.
Complimenti per il blog!amo viaggiare e sono veneta!molti itinerari da te proposto non li conoscevo grazie d avercene parlato
Grazie mille a te per essere passata. Fa piacere essere utile per gli altri viaggiatori. Sbaglio o ti ho vista su qualche social?
No,ho solo il blog piccolino infuso di riso..
Ciao e buon martedì ?
Bellissimo il pezzo su Hemingway. Interessante tutto. Un modo che amo di scoprire un territorio.
Hemingway nonostante non lo abbia mai amato, è forse la parte più interessante di tutto il tour
Eh con me vai a colpo sicuro con l’argomento Grande Guerra! E’ una vita che sogno di visitarne gli scenari a cavallo tra Veneto, Friuli, Trentino e anche Slovenia! Il Piave poi ha una valenza simbolica così Sacra che secondo me ogni italiano dovrebbe recarsi in visita alla sua fonte almeno una volta nella vita. Interessante associare un itinerario letterario al placido scorrere delle sue acque, e la possibilità di visitare le case museo di alcuni grandi scrittori è la chicca finale. Segno tutto… ormai il mio file sui luoghi della Grande Guerra ha raggiunto dimensioni enormi 😛
Credo che questo itinerario, includendo soprattutto Hemingway, ti potrà piacere molto