Valencia è stata un po’ la conseguenza di un mancato Black Friday: ero sicuro che a gennaio, dopo le vacanze degli altri, sarebbe arrivato anche il mio momento. Il punto era dove. Avrei voluto sfruttare il famoso Black Friday, con tanti voli a prezzi stracciati, ma io continuavo a indugiare.
Prenoto, non prenoto, andiamo, non andiamo, chiedo ferie? Silvia le avrà?. Mentre io mi ponevo mille interrogativi, i voli aumentavano e intanto il venerdì nero degli sconti passava sotto il mio naso. Così, mentre Barcellona diventava irraggiungibile e improponibile, Valencia rimaneva ancora abbordabile nonostante una lieve salita dei prezzi, con voli accessibili e appartamenti a costi contenuti. Alla fine, dopo aver pianificato Barcellona per oltre quindici giorni, proseguo dritto e viro a sud, fino a Valencia.

E’ stata una città che mi ha lasciato, per certi versi, sentimenti contrastanti sulla sua bellezza. L’ho trovata affascinante nel centro storico, molto bella nella parte moderna della Città della scienza, brutta nella zona al di fuori del centro. E’ pur sempre una città, anche se a misura d’uomo, ma all’esterno del centro ci trovate dei palazzi secondo me brutti da vedere e senza alcun interesse. Nonostante ciò, il bello prevale sul brutto e resto convinto del fatto che Valencia, una volta nella vita, vada visitata e vi lascerà soddisfatti.
Indice dei contenuti
La città.
Non mi dilungherò molto in dettagli, almeno in questo post. Per me Valencia è stata: il centro storico, un punto imperdibile; al di fuori del centro è stata la Città della Scienza, dove un biglietto combinato vi permette l’accesso a più attrazioni – imperdibile il Parco Oceanografico -. Altri due luoghi che vi consiglio calorosamente sono stati i giardini del Turia e le spiagge. Il Turia in passato era il fiume che passava per il centro di Valencia. I suoi straripamenti con conseguenti inondazioni portò l’amministrazione a deviarne il corso, prosciugarne il letto e convertirlo in 7 chilometri di giardino. Ad oggi, i Valenciani sono soliti svolgere attività fisiche e passeggiare lungo questo parco.
Le spiagge invece, ci hanno regalato momenti estivi che quest’estate non abbiamo vissuto o, per lo meno, che abbiamo centellinato. Abbiamo tolto le scarpe ai bambini e li abbiamo lasciati scorrazzare per la sabbia, mentre il vento spazzava la spiaggia e i loro capelli – i miei ormai se ne sono andati da anni 🙁 . Non oso immaginare come siano le spiagge di Valencia da aprile a ottobre. È stata anche cibo locale come churros, fartons, orchada e paella. L’ultimo giorno volevamo andare al BioParc, ma per questione di soldi e tempo – il mio bancomat non mi permetteva prelievi o acquisti e i contanti si stavano esaurendo – non ci siamo riusciti.

L’organizzazione del viaggio a Valencia.
Ho prenotato il volo con Ryanair, usufruendo di tariffe quasi stracciate, portando con noi, un valigia in stiva, un trolley a mano e due borse. Per l’appartamento, come al solito, ho utilizzato AirBnb, appartamento molto ben tenuto, curato e dotato di confort che non mi aspettavo, oltre a trovare anche cibo per la colazione. Situato a 10 minuti dal centro storico. Se avete bisogno di informazioni, chiedete pure. L’itinerario: ogni sera decidevamo cosa vedere il giorno dopo, con la nostra fidatissima Lonely Planet Pocket alla mano. Non abbiamo perso tempo a casa nostra, abbiamo stabilito tutto direttamente sul posto.

Una cosa sola mi ha deluso: la Paella. No, non la paella in se, buonissima e grandissima, mangiata in un locale suggeritomi dagli amici di Impronte nel Mondo, ma la fregatura che ci siamo presi dal ristorante la Riuà. Ma per i dettagli, non vi dico nulla e vi lascio la curiosità, così leggerete il mio prossimo post. Sappiate che ci sono rimasto male, e anche il mio portafoglio.
Per il resto devo dire che è andato tutto molto bene. La città ha una rete di trasporti efficiente, sia con la metro che col bus e anche col tram. Vi consiglio la Valencia Tourist Card, acquistata all’aeroporto, al prezzo di 25€ a persona per gli adulti. Per i bambini dipende dall’età. Per i nostri di 7 e 2 anni non l’abbiamo acquistata, non ci serviva. La VTC vi permette di utilizzare tutti trasporti gratuitamente ed avere sconti fino al 50% sui musei o le attrazioni. Ha validità di 24, 48 o 72 ore. La nostra era quella di 72 ore.
Su una scala da 1 a 10, dove 10 è il livello di difficoltà più alto, Valencia la situo a 4, nel senso che è una città comoda, facile da girare, piccolina e l’organizzazione del viaggio è stata sul posto, quindi abbastanza semplice. Fosse stata Barcellona, il livello di difficoltà sarebbe salito.
Per cause legate ai voli siamo partiti il martedì mattina e tornati il sabato mattina (in entrambi i casi levataccia), quindi ci siamo fatti quasi quattro giorni pieni. Un arco di tempo molto buono e che vi permette di vedere tutte le attrazioni principali.
In soldoni: ve la consiglio? Certo. Merita, che siate in coppia, da soli o coi figli.
Bonus: la genialata.
Infine il colpo di genio. Diamo a Cesare, o meglio a Silvia, ciò che è di Silvia.
“Sai a cosa stavo pensando?”
“Dimmi” rispondo disinteressato.
“Stavo pensando di portargli via [al piccolo] il monopattino.”
“Si!” Esclamo. “Grandissima idea!”
Il solo pensiero di non dovermi caricare ogni volta 13 kg di bambino in braccio, o peggio ancora, sulle spalle, mi ha fatto dire di sì subito a quella che mi è immediatamente parsa una grandissima idea. Andare in giro coi bambini è bello, però chi viaggia coi figli sa benissimo anche quali sono i problemi con un bambino dai due ai quattro anni: sale in passeggino, dopo un po’ si stanca, scende, cammina cento metri, poi piange perché vuole salire in spalla – noi diciamo in groppa – o in braccio. Il peso non è eccessivo, ma alla lunga stanca. Lo rimetti in passeggino, non vuole stare. E son pianti. Non so se a voi capita, a noi va’ così. Avere a disposizione un monopattino poteva essere una valida alternativa al passeggino, alla passeggiata e un gran sollievo per me, nonché un divertimento per lui.
Gli è stato regalato per il suo secondo compleanno e lo usa spesso nelle giornate di sole, quindi in un certo senso ne è anche affezionato. Il manubrio staccabile ci ha permesso di incastrarlo in valigia senza problemi. Portarlo in giro e vederlo correre per le strade di Valencia è stato un vero sollievo e una gioia per noi ma anche per lui. Logicamente il passeggino c’era ed era compito di Silvia condurlo, io inseguivo lui perchè a volte si allontanava da noi, altre si avvicinava alla strada. Quando si stancava, smontavamo il monopattino e lo mettevano sotto quello che era diventato una sorta di appendiabiti ambulante.
Non sono mancati scontri con residenti e turisti, cadute rovinose e urla con sua sorella. Devo però dire che ci ha salvato la vacanza e soprattutto le mie braccia e le mie spalle. Non so se vi possa tornare utile, ma se viaggiate coi figli, specialmente molto piccoli, prendete in considerazione la cosa. Fidatevi, non ve ne pentirete!
Se sei anche tu amante della Spagna, leggiti i miei post su Lanzarote alle isole Canarie oppure sulle città dell’Andalusia.
Se ti è piaciuto, ti chiedo un like al post e anche alla mia pagina FB. Grazie 😉
Io ricordo aperitivi spettacolari al Puerto America’s Cup. Ma era il 2010 e forse le cose sono cambiate un po’! P.S. anche io una brutta esperienza con una paella tanto decantata…
Ah allora siamo in due ad aver avuto problemi con la paella… Fra un po’ racconterò la mia su questi schermi ?
In effetti genialata questa del monopattino 😀 Comunque… Io sono una grande sostenitrice di Valencia, che però identifico con il centro e la Città della Scienza. I palazzi brutti, purtroppo, fanno parte del pacchetto città ma anche del pacchetto abusi edilizi spagnoli (che sono ovunque). Per quanto riguarda la paella, si incorre spesso e volentieri in fregature, visto che Valencia è la casa madre di questo piatto. Infatti io mi sono fatta consigliare da alcuni valenciani doc, che mi hanno mandata sul lungomare, dove – a quanto pare e contrariamente alle aspettative – si mangia quella più buona. Un unico neo: mentre io mangiavo un piattazzo di paella ai frutti di mare, mi sono resa conto che i commensali mangiavano tutt’altro. Quindi, alla fin fine, è un piatto per turisti, per quanto buono possa essere…
Il prossimo viaggio? 🙂
Ciao Roby! L’idea di andare a mangiare lungomare ce l’aveva suggerita anche la padrona di casa, ma per vari motivi (vento, tempo, distanza) abbiamo puntato più sulla Riuà e sul centro città. Peccato per questa turisticizzazione della Paella, ciò non toglie che, con tutte le sue varianti, rimane un piatto buonissimo e come te ho apprezzato in particolare quella di pesce.
Come dici tu, Valencia si potrebbe ridurre al centro storico e alla città della scienza, che secondo me, nonostante le varie polemiche per la costruzione, è stata un po’ una manna per una città piccolina.
Prossimo viaggio? Appena apro bocca a casa, la mia dolce metà risponde “Hai già rotto i co….!” e minaccia di non venire via. Per tutta risposta dico che finalmente sarà il mio primo viaggio da solo. Comunque un paio di idee ci sono, qui in europa e anche nel nostro bel paese (toscana, liguria, piemonte), ma quest’anno credo mi limiterò al suolo europeo, in modo da risparmiare qualcosina e utilizzare il piccolo risparmio per il prossimo volo intercontinentale (spero verso est questa volta) . Tu?
Wow ? È la prima volta (o una delle poche) che sento di uomini che cercano di convincere le mogli a viaggiare: di solito è il contrario ? Io, per ora, ho in programma Umbria e Olanda. Sto cercando di aggiungere il Marocco ??
l’Umbria è quel blog tour a fine mese? Beh il Marocco non sarebbe male…
Esatto, quel blog tour 🙂
Vai solo a fine mese o anche agli altri? Io ho lasciato perdere.
Per ora a fine mese!
???
Bhe l’idea del monopattino è fantastica. Devo ammettere che ho considerato varie volte l’uso di pattini nelle grandi città in modo da agevolarmi nelle distanze (odio prendere i mezzi) ma la mia incapacità di rimanere in una posizione verticale mi ha fatto sempre desistere. Bella Valencia a me è piaciuta molto.
Ma sai che c’avevo pensato anch’io ai pattini come te, dopo il monopattino?
Valencia è molto carina, come dici tu una visita una volta nella vita la merita, magari durante la primavera o l’autunno, giusto per anticipare l’estate o estenderla un po di più rispetto al normale
Forse ne avevamo già parlato, ma l’età avanza e inizio a dimenticare le cose: pensavo di essere l’unica a non aver fatto affari con il Black Friday, ma ora mi consolo.
Valencia mi ispira moltissimo anche perché è una delle poche destinazioni Ryan Air da torino. Chissà magari questa primavera… E nel frattempo aspetto di saperne di più sulla vostra esperienza con la paella ?
Si è vero. diciamo che io il black friday l’ho preso per i capelli, con tre giorni di ritardo…. In primavera Valencia deve essere ottima, ci saranno 30 gradi e potresti anche sfruttare le spiagge in pieno.
per la Paella, vi racconterò nelle prossime settimane. 😉
Ottima idea quella del monopattino!!! Noi genitori sappiamo come uscire da certe situazioni in maniera brillante 🙂
Devo dire che voi mamme avete di quelle idee a volte che sono il top dei top. Non sai quanto bene siamo andati col monopattino