I miei 4 giorni passati a Maniago sono il risultato di un’esperienza super. Ottimo cibo locale, ottimo vino, tradizioni che affondano le proprie radici nel passato e molta natura: quella natura che ho scoperto negli ultimi mesi tra Friuli e Veneto e che qui nelle valli del pordenonese ha confermato di essere sempre bellissima, ma che può anche essere devastante e tragica per colpa dell’uomo. In questo articolo vi racconterò cosa vedere a Maniago, tra buon cibo – conosceremo la Pitina IGP – e arti secolari. Inoltre vi racconterò anche cosa vedere nei dintorni di Maniago, in caso vogliate esplorare queste zone con un’escursione in giornata.
Ho avuto la possibilità di scoprire la tradizione dei coltelli e cosa sia la Pitina grazie all’evento Maniago in cucina: coltelli e…Pitina.
Maniago è una città di 11700 abitanti in provincia di Pordenone ed è famosa in tutto il mondo per i coltelli: i coltelli di Maniago sono una delle eccellenze locali e italiane che affonda la propria tradizione nell’arte fabbrile, arte che qui ha radici storiche molto profonde.
Punto focale del nostro tour è stata la Pitina IGP, prodotto del quale – ammetto – non conoscevo nulla ma che ho scoperto proprio qui a Maniago in provincia di Pordenone.
Indice dei contenuti
Pitina IGP: cos’è e come si produce
Che cos’è la Pitina? La Pitina IGP è un prodotto locale, chiamato anche “prodotto della miseria” ma è anche un prodotto di sopravvivenza: si ottiene da prodotti di casa ed è un prodotto della tradizione locale in quanto le famiglie di una volta la ottenevano con elementi del territorio. La Pitina è simile ad una polpetta ma un po’ più grossa. Gli ingredienti della pitina sono: 70% di carne di capra a fine carriera, 30% grasso di maiale e viene insaporita con erbe aromatiche. Viene poi passata nella farina di grano per fare la polenta e infine viene affumicata.
Il risultato è un prodotto molto saporito e si presenta in tavola nel tagliere, tagliata a fette. Si mangia poi accompagnata da pane o grissini e vino, meglio se locale.
La Pitina è stata valorizzata dalle valli della zona del Pordenonese ossia la Val Colvera, la Val Cellina e la Val Tramontina ed è anche presidio Slow Food.
Ne esistono anche alcune varianti perchè può essere fatta anche con carne di cervo, camoscio o daino – anche se queste carni non si devono mescolare tra loro, si usa una delle 3 – ma ne esistono anche molte imitazioni. Per questo le tre valli si sono adoperate per ottenere la certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta): per far si che la Pitina rispetti le regole della tradizione e gli ingredienti.
Cosa vedere a Maniago attraverso la tradizione dei coltelli
La città di Maniago è famosa per la produzione e lavorazione dei coltelli, un’arte che risale al 1600 circa e che trova testimonianza tra il Museo dell’Arte Fabbrile ma anche attraverso le fabbriche del luogo.
Cosa visitare a Maniago: il museo dell’arte Fabbrile e delle Coltellerie
Il museo dell’arte Fabbrile e delle Coltellerie di Maniago era sede della più grande Fabbrica di Coltelli di Maniago chiamata Coricama, aperta nel 1907 da un imprenditore tedesco.
Lo stabile viene acquistato dall’amministrazione comunale nel 1990, ma l’idea di riconvertirlo in museo è precedente al ’90. E’ dal 1976 alcuni volontari iniziano a raccogliere i primi pezzi privi di valore economico. Si pensava non avesse molto senso collezionarli, ma alla fine questi pezzi sono finiti di diritto nel museo per la loro importanza storica.
Il museo viene inaugurato il 25/04/2009.
Al piano terra si parte con l’origine dell’arte della coltelleria a Maniago, con i primi fabbri e falegnami che sfruttavano la zona della Roggia, passando attraverso la loro evoluzione e la loro modernizzazione. Si parte col Fabbro da Gros, il fabbro che produceva aratri e altri oggetti per coltivare i campi, fino a passare al fabbro da Fin, quel fabbro dedito alla produzione di utensileria più piccola come i coltelli.
Al piano di sopra invece si trovano la zona del “Coltello come Simbolo“, dove si trovano i coltelli sotto varie forme, anche le più moderne. Particolare interessante: per il film di Mel Gibson Braveheart le spade sono state prodotte proprio qui a Maniago, mentre Silvester Stallone per il suo Rambo ha commissionato qui a Maniago il suo coltello.
Cosa vedere a Maniago: la fabbrica di coltelli Fratelli Antonini
La fabbrica di Coltelli dei Fratelli Antonini è una fabbrica che produce coltelli dal 1929 e sono alla quarta generazione di coltellinai. Si parte dall’acciaio in lamiera e mediante vari procedimenti meccanici si ottiene la lama, che può poi venir lucidata a specchio oppure satinata. La parte più difficile è quando entra in gioco la mano dell’uomo: è qui che nel cosiddetto lavoro di fino, l’abilità manuale del produttore serve per rifinire il coltello e permettere che svolga bene la sua funzione una volta immesso nel mercato.
L’azienda lavora assieme ad altre fabbriche presenti nel territorio: queste lavorano sì nell’ambito della coltelleria ma con funzioni diverse come quella del trattamento termico delle lame oppure nella produzione di manici degli stessi coltelli creando una rete di lavoro su tutto il territorio locale mantenendo viva la tradizione seppur modernizzandosi.
Cosa fare a Maniago: percorrere l’anello della Val Piccola
Una cosa da fare a Maniago se amate camminare è percorre l’anello della Val Piccola, un percorso a piedi che parte da Maniago, sale fino al Castello di Manigo – o meglio che ne resta del Castello – poi scende fino alla Val piccola. Da qui poi si rientra poi a Maniago passando per Maniagolibero.
Il percorso è prevalentemente asfaltato. Non ci sono punti di ristoro quindi è consigliato portarsi acqua e si percorre in 3 ore circa.
Cosa vedere nei dintorni di Maniago
Se volete dormire a Maniago – dopo vi dirò dove – ed esplorarne i dintorni oppure volete visitare i dintorni di Maniago in giornata, ci sono alcune zone da visitare molto carine e molto interessanti: eccole.
Le Pozze Smeraldine
Salite un po’ alla ribalta grazie ai social network, le pozze smeraldine si trovano a Tramonti di Sopra. Prima erano molto famose grazie agli appassionati di montagna. Per raggiungerle si lascia l’auto nel parcheggio a Tramonti di Sopra e si prosegue a piedi seguendo le indicazioni lungo il sentiero, in parte asfaltato. Il nome pozze smeraldine si deve al fatto che l’acqua è di colore verde smeraldo, attorniato dal panorama dei monti. Uno scenario magico.
In estate sono state prese d’assalto dai visitatori come alternative al mare affollato, infatti alle pozze smeraldine è possibile fare il bagno.
Visita al borgo di Frisanco
Uno dei due borghi vicini a Maniago che vi consiglio di visitare è Frisanco. Un borgo molto bello da esplorare tra le sue vie – noi lo abbiamo fatto in e-bike – ma la vera chicca è il Museo da Li Mans di Carlin. Dopo la pensione, il Signor Carlin decise di ricostruire il suo paese: lo fece per gli ultimi 40 anni della sua vita. Ma lo fece ricostruendo Frisanco in scala, in legno e a mano. Il risultato è un’opera straordinaria, dove nel museo da Li Mans ci trovate tutto il paese identico a come era al tempo.
La chiesa, le case, il mulino e tanti altri luoghi di Frisanco ricostruiti a mano con dei dettagli che non sembrano neppure veri. La cosa che lo rende ancor più unico è il fatto che il Signor Carlin continuò a lavorarci fino a 97 anni.
Per visitare il museo è sufficiente recarsi là e telefonare al numero, il nipote o il figlio vi apriranno le porte per visitare questa opera d’arte.
Visita al borgo di Poffabro.
Inserito tra i borghi più belli d’Italia, Poffabro è chiamato anche il “Presepe tra i Presepi”. Questo perchè a Poffabro nel periodo tra inizio Dicembre e inizio Gennaio tra le vie del borgo, sui davanzali delle finestre, sui ballatoi in legno e sulle fioriere vengono allestiti presepi da giovani e meno giovani, hobbisti e artisti, professionisti o amatori. I presepi sono fatti in gesso, legno, porcellana ma anche coi tappi del vino.
Se non visitate Poffabro in questo periodo, lo potete fare durante l’anno, dove vi regalerà comunque scorci davvero suggestivi.
Leggi cosa vedere a Poffabro.
Lago di Barcis e il ponte di Tibetano
Situato nella Val Cellina, è un lago artificiale costruito per lo sfruttamento dell’energia elettrica. Ci ero stato anni fa ed ora ho avuto l’occasione di ritornarci. L’occasione è stata quella di scoprire e percorrere il ponte tibetano, sospeso sul torrente cellina.
Diciamo che la struttura è ben lontana dall’essere quella di un ponte tibetano vero – questo è costruito in acciaio -. Si percorre un breve percorso lungo la montagna, poi si scende lungo la scala e si attraversa il ponte. Tutto il percorso viene fatto con un’imbragatura a doppio moschettone di sicurezza. Quando si percorre il ponte, ammetto di aver provato qualche brivido.
Il costo del biglietto è di 3€ a persona.
Leggi qui cosa fare a Barcis e come percorrere il sentiero del Dint.
La diga del Vajont: una ferita ancora aperta
Tutta la storia raccontataci dalla nostra guida Franco Polo è qualcosa di emozionante: si sente il suo coinvolgimento emotivo suo durante il racconto sui tragici eventi della Diga del Vajont. Franco ci racconta la vicenda del Vajont usando anche parti di conversazione in friulano, tedesco e menzionando tutti i protagonisti che hanno portato alla tragica notte del 9 Ottobre 1963 con una passione ed emozione tipica solo di chi ha vissuto tale disastro.
Dalla promessa di migliori condizioni di vita per la popolazione locale, alla costruzione della diga fino alle avvisaglie che Madre Natura lanciava alla popolazione e ai costruttori della diga. Avvisaglie inascoltate in nome del Dio Denaro e del tanto decantato benessere. La sera del 9 Ottobre 1963 alle 22.39 una lastra di terreno di 2 chilometri si stacca del monte Toc e cade nel lago artificiale, causando una fuoriuscita di acqua pari a 30 milioni di metri cubi, e radendo al suolo il comune di Longarone e quelli limitrofi, causando 1917 vittime.
Durante la nostra escursione abbiamo sia visitato la diga sia il bosco vecchio, dove gli alberi caduti a seguito della frana e dell’acqua sono rinati a nuova vita sviluppando radici dai tronchi lasciati in posizione orizzontale.
Ad oggi la diga è ancora visitabile dalla strada e se prenotate l’escursione potete anche passeggiare sulla diga stessa. E’ stata un’esperienza toccante, una ferita ancora aperta rimasta praticamente impunita.
Leggi la mia visita alla diga del Vajont.
Dove mangiare a Maniago e dintorni
Devo dire che il Friuli Venezia Giulia conferma una tradizione culinaria davvero eccelsa. Abbiamo avuto modo di mangiare in diversi ristoranti caratterizzati da una cucina locale ottima.
Trattoria ai cacciatori a Cavasso Nuovo.
Visto così da fuori pensavo fosse solo un bar. Poi una volta dentro ho scoperto che era anche ristorante. Quello che abbiamo mangiato giustifica in pieno la sua fama – considerate che è molto conosciuto nella zona.
Al suo interno viene riprodotto l’ambiente di una volta ed è qui che assaggiamo la Pitina per la prima volta sul tagliere coi grissini accompagnati da un ottimo vino. La cucina che abbiamo assaggiato qui è stata a mio avviso la migliore assaggiata durate il nostro soggiorno a Maniago.
Ristorante antica Taverna
L’antica Taverna, situata proprio nel centro di Maniago, ha una cucina secondo me un po’ più sofisticata rispetto a quelle dove abbiamo mangiato. Il suo punto di forza è, oltre alla posizione, il fatto che se mangiate fuori avrete una bellissima vista sui monti. Ottimo il maiale arrotolato.
La Pignatta a Poffabro
La Pignatta a Poffabro, oltre a cucinare dei piatti della tradizione Friulana assolutamente deliziosi, si caratterizza per una terrazza che si affaccia sui colli del Friuli in uno scenario stupendo.
Da assaggiare: la caprese con pomodorini e formaggio di capra, il crostone con porcini e uovo e il frico.
Trattoria alla Casasola di Maniago
Un’atmosfera familiare a pochi passi dal centro di Maniago. Un locale con dei proprietari molto alla mano. E’ qui che ho potuto assaggiare la Pitina con la polenta. Una bontà.
Trattoria Julia a Erto
Il paese sarà sicuramente noto ai lettori di Mauro Corona, e vi informo che il suo studio di scultura del legno è lì a fianco. Alla Trattoria Julia di Erto ho trovato una cucina ottima con prodotti tipici della zona in un’atmosfera informale e simpatica. Ottimo il risotto coi fiori di zucca ma soprattutto il cervo. Spaziale!
Comunque sia se vuoi scoprire i piatti tipici del Friuli, leggi qui.
Dove dormire a Maniago
Se dovete dormire a Maniago vi suggerisco di dormire all’Eurohotel di Manigo, situato vicino al centro. Hotel comodo e soprattutto con cucina locale ottima: una sera abbiamo mangiato qui e devo dire che il risotto al prosciutto di San Daniele e la Cipolla Rossa di Cavasso nuovo al Sale erano davvero qualcosa di straordinario.
Come raggiungere Maniago
Per arrivare a Maniago avete due soluzioni: l’auto oppure il treno.
- Se arrivate in auto potete arrivarci tramite la strada SR251 da Pordenone o dal Cadore. Altrimenti la strada SR464 vi collega da Spilimbergo. Se arrivate da Sud invece ci arrivate con la SP27.
- Se invece arrivate in treno la cosa è leggermente più complicata, in quanto per arrivare alla stazione di Maniago dovete cambiare a Pordenone. E per arrivare a Pordenone il treno lo dovete prendere a Mestre.
L’esperienza è stata decisamente positiva. Oltre alle bellezze naturali, sono rimasto molto colpito dalla tradizione dell’arte della coltelleria, ma soprattutto dalla parte culinaria della zona. La Pitina IGP è un prodotto molto buono che rispecchia la tradizione del luogo, i piatti che abbiamo assaggiato durante il nostro soggiorno a Maniago completano l’opera.
Ora se volete sapere cosa vedere a Maniago e anche nei suoi dintorni non avrete più problemi. Se invece volete visitare altri borghi Friulani, leggiti i miei post su
- Pesariis, il paese degli orologi
- Cosa vedere a Pordenone
- Cosa vedere a Venzone
- Cosa vedere a Sauris
- Visita alle grotte di Pradis
- Visita alla Grotta Gigante
- Visita al Castello di Duino,
- Visita al Castello di Miramare
- Cosa vedere a Cividale del Friuli
Post in collaborazione con Ecomuseo Lis Aganis, che ha organizzato il blog tour assieme ad altri colleghi giornalisti e blogger. Grazie anche al Comune di Maniago, all’ufficio Turistico di Maniago e al consorzio dei Produttori di Pitina IGP.
Non saprei cosa assaggiare prima Luca! Di sicuro la pitina ma anche il resto mi solletica parecchio. Paesaggi meravigliosi e una pace sempre più difficile da godere.
I chili in più sono assiurati. E soprattutto i paesaggi lasciano senza parole. Luoghi Magici
Aggiudicato! Ponte Tibetano, Anello di Maniago, Pozze Smeraldine e…una trattoria a scelta tra quelle che hai elencato!!! Che spettacolo! Grazie per tutti i consigli Luca!
Preparatevi che qui si ingrassa di brutto 😀 I posti sono comunque eccezionali, da vedere ed assaporare fino in fondo